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Direttore editoriale: Mario Saccomanno
A. XVIII, n. 206, dic. 2024
Il fascino della fiaba
sconfigge vizi e virtù
di grandi e piccini
di Daniela Vena
Da Falco editore una favola moderna
che mantiene il sapore dell’antico
Molto spesso si pensa che le fiabe siano racconti esclusivamente per bambini, ma ci si sbaglia, perché all’interno di una storia possiamo ritrovare una parte di noi stessi. Le fiabe hanno un rapporto antichissimo con l’anima umana. Psicologi e psicoterapeuti di tutto il mondo hanno scoperto che quelle che sembrano storielle e piccole avventure si arricchiscono di potenti riferimenti simbolici; questi ultimi agiscono a livello inconscio e conscio perché, oltre ad un meccanismo di comprensione logico e razionale, attivano un processo di identificazione con i personaggi tale da permettere l’acquisizione di una maggiore consapevolezza dei propri stati d’animo e delle situazioni da affrontare. Dentro ogni storia il bambino si trasforma in protagonista, pertanto il racconto diventa un percorso di piacevole ascolto, di estraniazione ed esplorazione inedita di parti di sé. Il lieto fine poi, presente nella maggior parte delle fiabe, regala la speranza infondendo ottimismo e fiducia. Questi elementi sono presenti nell’ultima pubblicazione di Antonella Ossorio La pulce (Falco editore, pp. 44, € 14,00), con il contributo illustrativo di Antonello Silverini, vincitore del sesto premio per l’infanzia “Stepan Zavrel”.
Antonella Ossorio, scrittrice napoletana d’origine e mentalità, ha svolto per alcuni anni il difficile ma allo stesso tempo appagante mestiere di insegnante, dal quale ha ricevuto un bagaglio di esperienze e di emozioni che le hanno fatto comprendere meglio il mondo dell’infanzia. Lasciato l’insegnamento, ha deciso di dedicarsi interamente alla scrittura, diventando una delle voci più suggestive e promettenti della letteratura contemporanea. Antonella Ossorio è autrice di svariate opere, tra cui: Tante favole in rima (illustrazioni di Serena Riglietti,1988); Tante fiabe in Rima (illustrazioni di Serena Riglietti, 1996); Rime per tutto il giorno. Adattamento di poesie di vari autori (illustrazioni di Anna Currey, 2000); Cronache da Pelate e altre rime (illustrazioni di Serena Riglietti, 2000); Quando il gatto non c’è i topi ballano (illustrazioni di Serena Riglietti, 2001); L’angelo della Luce: il giovane Caravaggio sogna il suo destino (illustrazioni di Caterina Arciprete, 2004); Il magico anello di Bastet (2005).
Il valore delle fiabe
I protagonisti della fiaba sono: il re d’Altomonte, una pulce, Porziella (figlia del sovrano), l’orco del bosco, una vecchia ed i suoi sette figli maschi. Il re d’Altomonte era un uomo forte e irascibile, comandava i sudditi con fermezza e non tollerava alcuna impudenza. Un giorno stava schiacciando un pisolino sul trono, sotto lo sguardo attento della sua corte, quando una pulce, allettata dal suo gustoso sangue, morse il sovrano che, svegliato di soprassalto, prese l’insetto e cominciò ad osservarlo. Rapito da grande ammirazione per la perfezione dell’animale, decise di metterlo dentro una brocca e di nutrirlo ogni giorno con il suo sangue “blu”. Dopo qualche tempo la pulce crebbe così tanto da dover essere messa prima in una gabbia e poi dentro un recinto. Il re era orgoglioso della sua pulce e voleva che la sua impresa fosse conosciuta ovunque. Per tale motivo ordinò di scuoiare l’animale e ne fece conciare la pelle, poi promise in sposa la bellissima figlia Porziella a chi indovinasse l’origine di quel pellame. Giunsero migliaia di uomini da ogni angolo del mondo per risolvere l’arcano. Tra tutti i pretendenti si presentò un orco che, dopo avere guardato ed annusato con attenzione quel cuoio, capì che si trattava della corazza di una pulce. Il re, abituato a schernire i pretendenti senza neanche sentire le loro risposte, dapprima cominciò a inveire, poi messo da parte l’orgoglio, fece chiamare Porziella. La bella fanciulla, leggiadra come una farfalla, si recò dal padre; alla vista dell’orco, il suo viso diventò funereo, cercò spiegazioni per quella punizione tanto dura, ma il superbo re le disse che, avendo dato la propria parola, era costretta ad obbedire e andare con l’orco. Giunta alla casa dell’orco, immersa nella foresta più nera, Porziella ne scoprì la crudeltà e la rozzezza. Dal canto suo, l’orco, che si era innamorato della principessa al primo sguardo, cercò di conquistarla andando a caccia per portarle una preda succulenta. Quando la ragazza rimase sola, pianse tutte le lacrime che aveva, per quel destino tanto crudele di cui era stata vittima. Proprio in quel momento udì la voce di una vecchia che cercava di consolarla, Porziella le raccontò della disgrazia e la donna disse che l’avrebbe salvata con l’aiuto dei suoi sette figli. Grazie ad un attento piano, i sette fratelli riuscirono a liberare la principessa dall’orco. Tornata al suo regno, Porziella porse la testa dell’orco al padre che, per ricambiare il coraggio di quella famiglia, la ricoprì di ricchezze. Infine la bella principessa trovò un marito che l’amò per tutta la vita.
Il grande valore della fiaba risiede nella capacità di azzerare le distanze temporali e fisiche. È ben noto che la tradizione popolare di ciascun popolo o gruppo etnico è piena di racconti. Le fiabe si tramandano da una generazione all’altra, adattandosi alla società del tempo. All’interno del racconto possiamo trovare i differenti modi di vivere di un popolo; altre volte invece possiamo trovare delle analogie: negli autoritarismi, nelle prepotenze o, peggio ancora, nelle violenze. In ogni fiaba sono presenti le diverse tappe della vita, l’incessante lotta tra il bene ed il male, l’eroe e gli spiriti malvagi che lo ostacolano. Attraverso il racconto il bambino comincia ad avere una visione che gli premetterà d’interpretare l’universo e le sue leggi. Il piccolo lettore o ascoltatore, infatti, scoprirà che nella condizione umana convivono la vita e la morte, l’amore e l’amicizia, la paura e il coraggio, la gioia e la tristezza. La fiaba dunque ha la grande capacità di raccontare le specificità degli esseri umani ed è per questo che i bambini non hanno mai smesso di avere fame di fiabe.
Daniela Vena
(www.bottegascriptamanent.it, anno VI, n. 62, ottobre 2012)