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Anno VI, n. 57, maggio 2012
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Politica ed Economia (a cura di Alba Terranova) . Anno VI, n. 57, maggio 2012

Zoom immagine Ricerca, studio e sintesi,
previsione e scenari diversi,
informazione: fonte ultima
della guerra economica

di Pamela Quintieri
Un libro a quattro mani per illustrare
i “Servizi” economici, da Rubbettino


L’uomo ha sempre cercato di affermarsi tramite strategie sia tese alla sopravvivenza, propria e dei suoi simili, sia volte ad accrescere il predominio del proprio gruppo di appartenenza su tutti gli altri esseri viventi. Questo meccanismo ha caratterizzato, da sempre, tutta la storia dell’umana civiltà sin dalla preistoria fino a giungere ai giorni nostri. Il XX secolo è stato caratterizzato da eventi di grande risonanza e di intense trasformazioni. La Seconda guerra mondiale, la fine dell’egemonia politica europea, i due grandi blocchi contrapposti l’America e la Russia, la Guerra fredda, l’Onu e i trattati di pace, la “Dottrina Truman” e il “Piano Marshall” e molto altro ancora hanno profondamente segnato la nostra storia.

In questo scenario ricco di fermenti e di metamorfosi decisive e intricate si inserisce la nascita di un’interessante e costruttiva scienza del nostro tempo: l’intelligence. Essa si configura come connubio indissolubile tra raccolta e analisi di tutte le informazioni tese a proteggere la sicurezza nazionale da qualunque tipo di minaccia destabilizzante.

Di questi meccanismi così geniali e spesso sottovalutati tratta il libro Intelligence economica di Paolo Savona e Carlo Jean (Rubbettino, pp. 132, € 14,00): «Nessuna potenza industriale può fare a meno dell’intelligence economica nel mondo globalizzato».

 

Gli autori: illustri personalità del nostro secolo

Docente universitario ed economista, Paolo Savona è stato preside della Facoltà di Scienze politiche e relazioni internazionali e direttore del dottorato di ricerca in Geopolitica e Geopolitica economica presso l’Università telematica “Guglielmo Marconi” di Roma, è stato docente di Politica economica presso la “Luiss”, presidente di Assonebb, l’Associazione per l’Enciclopedia della Banca e della Borsa, e vice presidente vicario dello Aspen Institute Italia. Eminente studioso del Sistema monetario internazionale, esperto di Politica economica e produttività tra Centro-Nord e Mezzogiorno d’Italia, già ministro nel Governo Ciampi ha diretto il dipartimento delle Politiche comunitarie a Palazzo Chigi.

Anche Carlo Jean è stato docente, ha insegnato Studi strategici presso l’Università “Luiss” e “Link Campus” di Roma, attualmente ricopre la carica di membro del Consiglio scientifico della Treccani, del Comitato scientifico della Confindustria e del Comitato scientifico della Fondazione “Italia-Usa”. Uomo di strategia e di azione ha frequentato l’Accademia militare di Modena e la Scuola d’applicazione di Fanteria. Ha comandato il Battaglione Susa, un gruppo tattico italiano facente parte della Nato Response Force, è stato direttore del Centro militare di Studi strategici dal 1988 al 1990 e consigliere militare del presidente della Repubblica Francesco Cossiga, cui il libro in oggetto è dedicato con l’appellativo di «Maestro d’intelligence».

 

L’intelligence economica

Lo “scudo di difesa” che scherma l’assetto economico-finanziario (produzione e commercio beni) dell’intero globo terrestre è proprio l’intelligence economica. Il commercio mondiale si basa essenzialmente sullo scambio di materie prime, e sui vantaggi che da tali relazioni si sviluppano tra tutti i paesi e di conseguenza tra gli stessi popoli. Questo modus operandi deve essere rigorosamente rispettato. Le operazioni devono avvenire sempre in maniera corretta e controllata, nel rispetto di leggi civili insuperabili. Affinché questi scambi si verifichino nel maggior rigore possibile deve esistere un sistema di ispezione che veicoli gli scambi, incanalandoli nella giusta direzione. L’intelligence è dunque il fondamento di tali scambi commerciali: stabilizza il vantaggio comparato, protegge i mercati finali, determina una vera e propria diminuzione dei costi. Ma il ruolo seppur sempre determinante dell’intelligence in questi ultimi anni si è notevolmente modificato. Dalla risolutiva funzione di difesa della sicurezza nazionale, tutta concentrata sul mantenimento del vantaggio comparato, l’intelligence si è spostata su quella decisiva di attacco. Di rilevante importanza è stata la creazione di un consolidato monopolio che stabilisce oggi i consumi dei beni e condiziona uomini e menti.

 

La strategia dell’intelligence

«L’intelligence economica pone l’informazione al centro di qualsiasi decisione economica e considera infatti il nostro tempo “l’era del flusso continuo delle informazioni”; queste divengono il patrimonio da governare prima di ogni altra forma di governo dei fatti economici e delle altre

vicende politiche e internazionali. Ad esempio, gli andamenti delle borse valori di ogni continente non solo sono oggetto di quotidiana attenzione fino a diventare il riferimento di molte scelte di investimento di breve periodo, ma anche le competizioni elettorali di un qualsiasi paese vengono seguite con maggiore attenzione del passato e le previsioni o i risultati vengono incorporati tra le informazioni rilevanti per i processi decisionali di contenuto economico di più lungo termine». Concentrata sullo studio del «ciclo delle informazioni», l’analisi dell’intelligence sui dati oggettivi si articola in fasi distinte. Partendo dalla ricerca e scrematura di tutte le informazioni reperite, alla protezione dei dati raccolti, alla definizione degli altri scenari possibili, individuazione delle eventuali alternative strategiche, arriva fino alla scelta di una strategia e monitoraggio dell’attuazione fino al controllo del percorso di attuazione e valutazione degli effetti delle scelte effettuate.

In sintesi il testo ritiene «che lo studio del ciclo delle informazione sollecitato dagli studiosi dell’Intelligence economica è un aspetto dell’economia politica molto importante e promettente, non meno di quanto lo sia la geopolitica economica, ossia la reinterpretazione dei saperi di politica economica accumulati nel passato alla luce del processo di globalizzazione e degli sviluppi dell’informatica, delle telecomunicazioni e delle tecnologie in fieri. All’interno della nuova disciplina gli sviluppi dell’intelligence privata vanno al di là di quella pubblica, toccando l’eterno irrisolto problema del ruolo dello Stato e di quello di della libertà d’iniziativa economica, comportando uno scambio reciproco di conoscenze e una simbiosi tra i compiti.

Come ogni attività che riguarda l’uomo. La ricerca di base e quella applicata sono molto importanti e il loro affinamento un dovere degli studiosi, come lo è la conoscenza dei progressi scientifici da parte dei manager e dei politici».

 

La Geopolitica economica

Il libro sviluppa analisi, metodi, strategie e meccanismi di indagine della intelligence economica suggerendo al lettore attento che non si può evitare di capire che una guerra economica esista, così radicalmente strutturata. Tale situazione è sorta molto tempo addietro e si sviluppa ancora oggi nel tentativo di accrescere liquidità e vantaggi economici. Non parliamo di una guerra nel senso fisico del termine, piuttosto di una strategia da organizzare, studiare, vagliare a tavolino, rigorosamente senza armi, pensando al fine di rendere il nostro modo di agire quello migliore possibile e attuabile. «In punta di teoria l’intelligence economica è la trasformazione delle informazioni in conoscenza e la conoscenza in scelte operative. Essa è quindi lo strumento principe della geopolitica economica e comprende quella fase propedeutica di ogni azione che Luigi Einaudi ha ben sintetizzato nell’allocuzione “conoscere per deliberare”; e che Michael Porter definisce l’insieme delle conoscenze per “dare le informazioni alle persone giuste, nel momento giusto, per prendere la giusta decisione”».

 

Pamela Quintieri

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno VI, n. 57, maggio 2012)

Redazione:
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Collaboratori di redazione:
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Curatori di rubrica:
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