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Direttore editoriale: Giovanna Russo
Anno VI, n. 55, marzo 2012
Una cultura:
rivolte sociali
e politiche
di Agata Garofalo
Cuba raccontata nelle storie
dei suoi protagonisti
in un saggio edito Iacobelli
La storia di Cuba è fatta di rivoluzioni sociali, politiche e culturali. Di guerre epocali e battaglie quotidiane, di lotte sanguinarie, rivolte intellettuali e violente repressioni. La storia di Cuba è milioni di storie che si intrecciano, sempre nel nome della rivoluzione.
Alla storia di Cuba e alle storie dei cubani è dedicato l’ultimo libro di Alessandra Riccio, ex docente di Letteratura spagnola e ispanoamericana presso l’Università “L’Orientale” di Napoli, traduttrice e autrice di saggi di Critica letteraria, collaboratrice di numerosi giornali e corrispondente a Cuba per l’Unità dal 1989 al 1992. Racconti di Cuba (Iacobelli, pp. 128, € 10,00) è un volumetto agevole e godibile, un ritratto variopinto e suggestivo di un’isola splendida e piena di contraddizioni.
Una storia di lotte sociali ed intellettuali
Attraverso i racconti, volti famosi ed eroi sconosciuti s’intrecciano con le note vicende sociali e politiche di Storia contemporanea. Le speranze e le lotte dei cubani illustri si mescolano con quelle di un intero paese, influenzandosi irrimediabilmente a vicenda. Letteratura, storia e politica vengono continuamente interconnesse per restituire il quadro completo della situazione.
Senza seguire un filo cronologico, i racconti attraversano lo spazio e il tempo in maniera casuale, ripercorrendo in lungo e in largo, in avanti e poi di nuovo indietro, l’ultimo secolo dell’isola.
Dagli anni della dittatura di Batista, «anni in cui, a Cuba, tutto è lecito tranne pensare», fino ai giorni nostri, ogni racconto regala squarci di vita risalenti a diversi momenti storici: dai momenti d’oro di una rivoluzione fatta di speranze ed illusioni, passando per la guerra in Angola, ai momenti difficili del “periodo speciale”. Durante tutto il XX secolo e oltre la storia di Cuba è segnata da moti rivoluzionari, capovolgimenti di potere e colpi di scena, che hanno come protagonista una popolazione molteplice e differenziata, dalle mille sfaccettature.
Ecco i protagonisti
In un libro dedicato soprattutto agli ingegni cubani, alle menti che hanno permesso lo sviluppo di un fermento intellettuale sull’isola, il primo racconto è tuttavia riservato alle vicende di una povera donna di colore, lavoratrice e sognatrice instancabile. Per raccontare Cuba e la sua storia, sembra volerci dire l’autrice, è importante partire dal punto di vista della gente umile, che ha sentito più degli altri il peso materiale della rivoluzione.
Il volume prosegue suddiviso in quattro sezioni, ognuna a sua volta in brevi capitoli, intitolati ciascuno con il nome di un singolo personaggio, generalmente noto o ingiustamente poco conosciuto. Alcuni capitoli, infatti, indagano la vita di persone note perché vicine ad un personaggio famoso, la cui storia però non è mai stata debitamente divulgata. Fanno eccezione i racconti della prima parte, dedicati a persone semplici e anonime, oppure a luoghi ed eventi particolari della storia di Cuba. Solo i protagonisti della quarta ed ultima sezione del libro non sono cubani, ma hanno avuto a che fare con l’isola per affetto o per lavoro.
A parte alcune storie corali, quindi, per ogni racconto l’autrice sceglie la storia di un personaggio, alcuni da lei stessa conosciuti, molti dei quali sono donne. Descrive la loro vita brevemente ma per intero. Vite a volte eroiche, a volte struggenti, altre volte semplicemente sfortunate, sempre segnate da un rapporto d’amore tormentato con la terra cubana.
Ecco alcuni esempi: il caso del poeta e agente di polizia del governo Batista Armando Valladares; quello dell’«insopportabile e sfortunato» Heberto Padilla; la storia tenera e spietata di Zoe Valdés; la vita della modella Norka, a lavoro tra Usa ed Europa per poi rinunciare a tutto e tornare nella sua terra; nonché quella della madre di Alina, figlia disillusa e ribelle di Fidel Castro; per terminare con il racconto dedicato al padre di un uomo d’affari italiano vittima di un attentato terroristico a Cuba.
Buoni e cattivi
Al di là di ogni ideologia, senza mai schierarsi politicamente, l’autrice racconta le vite di personaggi noti e qualche sconosciuto, sottolineando soprattutto il loro legame con l’isola caraibica.
Con una prosa semplice, vivace e dinamica, questo libro restituisce un ritratto ricco e composito della popolazione e della cultura cubana.
La scrittura è a volte intimista e suggestiva e allo stesso tempo rigorosa e descrittiva. Come se i ricordi del cuore, col tempo, si allacciassero ai fatti storici svelando le motivazioni e intrecciando le conseguenze.
Il lettore si ritrova a sbirciare tra le strade de L’Avana, tra i suoi vicoli colmi di bambini urlanti e guidatori spericolati, le case popolari e i salotti letterari. Tra i protagonisti dei vari racconti ci sono rivoluzionari e controrivoluzionari, soprattutto borghesi e intellettuali, molti coerenti sia nella vita che nella loro arte con le proprie posizioni politiche, altri scesi codardamente a patti con la propria coscienza.
L’atteggiamento imparziale dell’autrice traspare dalle descrizioni dei personaggi, prive di pregiudizi rispetto alla loro posizione sociale, culturale e nei confronti della rivoluzione. Ciò che davvero conta sono le intenzioni e la coerenza di spirito. C’è chi non ha avuto il coraggio e l’integrità per mantenerla. Si tratta di persone comunque importanti per la storia e la cultura cubana, a cui l’autrice ha riservato la seconda sezione del libro.
Valeva la pena?
Nell’introduzione l’autrice si interroga sul senso e le finalità di tante sofferenze, di tante energie e tante vite spese per difendere i principi e i valori della rivoluzione a scapito della vita privata, «i sentimenti, gli affetti, le individualità».
«In questi tempi di sregolatezza e di sbandamenti – riflette – sembra difficile trovare una giustificazione alle guerre, alle rivoluzioni e alle battaglie che hanno impegnato l’umanità nel Novecento, e nelle quali si son perse vite e sacrificato ingegni; in un tempo in cui etica e ideali sono caduti in disuso, la domanda che mi tormenta è: valeva la pena?»
Domanda valida soprattutto a Cuba, esempio perfetto di «società controcorrente», da sempre e ancora oggi fedele ai principi della rivoluzione, della giustizia e dell’antimperialismo.
I racconti che seguono sembrano rispondere alla domanda. Il libro, infatti, suona come un omaggio a coloro che hanno vissuto per questi ideali, a testimonianza imperitura delle loro quotidiane battaglie.
Valeva certamente la pena di riportare le testimonianze dell’estenuante lotta ideologica portata avanti senza tregua per vincere il blocco culturale, di stimolare alla riflessione sul colonialismo, di «seguire l’elaborazione culturale di una sinistra variegata e creativa» e «ripercorrere le battaglie contro la colonizzazione della linguistica», della cultura e della società in generale.
Agata Garofalo
(www.bottegascriptamanent.it, anno VI, n. 55, marzo 2012)
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