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Anno VI, n. 54, febbraio 2012
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Filosofia e religioni (a cura di Maria Grazia Franzè) . Anno VI, n. 54, febbraio 2012

Zoom immagine Capire la Fisica:
un modo alternativo
“comodo” e invitante

di Salvatore De Mauro
Da Salani un approccio quotidiano:
studiare e comprendere le Scienze


Quanti di noi, quando a scuola il professore di Fisica, chiamandoci alla lavagna per dimostrare un qualche teorema, non si sono sentiti imperlare la fronte di sudore ed hanno provato contemporaneamente una vaga sensazione di sbigottimento, percorrendo i pochi metri che separavano il proprio banco dal riquadro nero sul quale, almeno in teoria, avrebbero dovuto scrivere una serie di formule composte in egual misura da numeri, lettere e strani simboli? Il disagio poi era destinato ad aumentare ancora di più se l’interrogato rimaneva col gesso in mano, a mezz’aria, con la faccia quasi appiccicata alla lavagna, senza avere la benché minima idea di quello che doveva scrivere. Eppure, a ben riflettere, in fondo tutti i fenomeni fisici racchiusi in formule – che per molti scolari, lo si sa, sono peggio dei geroglifici egizi – descrivono aspetti con i quali ci imbattiamo quotidianamente e, nella quasi totalità dei casi, inconsapevolmente.

 

Una passione per la Fisica da comunicare a tutti

Per questo motivo, forse colti da un sentimento di pietas, numerosi docenti universitari, ricercatori, scienziati, che della Fisica hanno fatto il loro pane quotidiano e che certamente da giovani, anziché lasciarsi intimidire dalla complessità delle formule, si sono lasciati sedurre da esse, hanno deciso di scrivere dei saggi divulgativi, dove il ricorso ai formulari è minimo o addirittura assente, mentre gli exempla sono al contrario molto numerosi, affinché il maggior numero di persone si possa accostare, senza pregiudizi e timori reverenziali, ai “misteri” appassionanti della Fisica. Un recente volume di Guido Corbò, docente di Fisica generale presso l’Università “La Sapienza” di Roma, si muove proprio in questa direzione. Pubblicato lo scorso anno si presenta con un titolo accattivante, Un fisico in salotto (Salani, pp. 264, € 14,00) cui fa da pendant il sottotitolo che farà certamente felici tutti i lettori che, da studenti, hanno avuto un rapporto un po’ “complicato” con le Scienze fisiche, ma che ne hanno in fondo subìto tutto il fascino: Scoprire i principi fondamentali della fisica senza stancare la mente, scambiando due chiacchiere con gli amici. L’autore dichiara subito che gli piace parlare di Fisica: «sono un fisico; appassionato del mio lavoro. Di fatto parlo di fisica soltanto con i miei colleghi del Dipartimento. […] Tuttavia vorrei parlare di fisica anche a un pubblico più vasto; a un pubblico di “non addetti ai lavori”, come si usa dire». In effetti il libro scorre via agilmente; i capitoli sono molto brevi, alcuni brevissimi, non c’è una esposizione lineare e ben ordinata ma questo, lungi dall’essere un difetto, è in realtà il punto di forza del saggio di Corbò che, saltando qua e là, introduce argomenti di Fisica, combinandoli con il racconto di episodi divertenti e storielle buffe.

 

Tra Tolomeo e Copernico passando per un lago ghiacciato

Ad esempio, per spiegare la differenza che passa tra il sistema cosmologico elaborato da Tolomeo, quello secondo il quale la Terra si trova al centro dell’universo e tutti gli astri ruotano attorno ad essa, e quello di Copernico, secondo cui è il sole che si trova al centro dell’universo e tutti i pianeti compiono un moto di rivoluzione attorno ad esso, l’autore immagina di andare al parco insieme ad alcuni “compassati” colleghi del Dipartimento di Fisica e di salire su una giostra che comincia a girare vorticosamente. Che succede a quel punto? «Vedo molte persone, in piedi sulla ghiaia del parco, che mi si avvicinano e mi si allontanano ritmicamente con un movimento di andirivieni molto complicato e vedo volteggiare il Sole sopra la mia testa. […] Per contro osservo gli altri compassati colleghi che sono saliti sulla giostra: li vedo sempre fermi a una certa distanza da me. » Ecco spiegata, in un modo semplice ma efficace, la teoria tolemaica! Ma, prosegue nel suo esempio scherzoso, «tutto è molto più comodo per uno di quei signori in piedi sulla ghiaia del parco: vede le stesse cose che vedo io, non c’è dubbio; solo che a lui non gira la testa! […] Vede molte persone semplicemente ferme sulla ghiaia e non deve fare contorsioni per vedere fermo il Sole sopra di lui.» Et voilà: ecco il sistema copernicano! Oppure, per spiegare il principio di azione e reazione, secondo cui ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, l’autore, con un’altra storiella, ci conduce nel bel mezzo di un lago ghiacciato e ci invita a raggiungere la riva, se ne siamo capaci. Il problema è che la suola delle nostre scarpe è troppo liscia e non fa presa sul ghiaccio, per cui riusciamo a malapena a stare in piedi. Che fare allora? «Soffrendo un po’ di freddo, ci togliamo la giacca nella quale abbiamo messo chiavi e termos e la lanciamo in una certa direzione: ci accorgeremo di aver “magicamente” acquistato una piccola velocità che ci farà arretrare lentamente, scivolando in verso opposto a quello del lancio, fino a raggiungere la riva del lago».

 

Scienza e quotidianità

Azione, reazione. Semplice, no? Chiaramente l’intento di Corbò non è certo quello di banalizzare o peggio, volgarizzare, le teorie della Fisica, quanto quello di farle diventare oggetto di conversazione, magari sorseggiando un the e sgranocchiando biscotti a casa di amici, adattandole ad episodi di vita quotidiana in modo che anche coloro i quali, per svariati motivi, non sono direttamente coinvolti nella ricerca scientifica, si possano accorgere che la Scienza non è qualcosa di lontano dalla vita di tutti i giorni, ma una realtà con la quale siamo in contatto in ogni momento.

 

Salvatore De Mauro

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno VI, n. 54, febbraio 2012)

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