Società di prodotti editoriali, comunicazione e giornalismo.
Iscrizione al Roc n. 21969.
Registrazione presso il Tribunale di Cosenza
n. 817 del 22/11/2007.
Issn 2035-7370.
Direttore editoriale: Mario Saccomanno
A. XVIII, n. 206, dic. 2024
Una grandezza
discreta celata
in animi dolci
di Francesca Ielpo
Da Laurana editore un testo
con cui Isabella Marchiolo
ci apre all’indole femminile
È il caso di riprendere il vecchio motto: «Dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna». Stando alla larga da vecchie credenze, sembra essere risaputo che il genere femminile abbia doti più nascoste di quelle maschili (a causa di un retaggio culturale che vuole la donna priva di potere decisionale), doti che trasmettono costantemente autorità, coraggio, misti ad amore e comprensione. Un grande uomo ha spesso una grande donna accanto, con cui condividere esperienze di vita.
Siamo gli altri, siamo nostro padre, nostra madre, la famiglia da cui siamo nati, o quella che forse, un giorno, creeremo. Questo l’assioma a cui riporta 10 grandi donne dietro 10 grandi uomini (Laurana editore, pp. 170, € 11,90) di Isabella Marchiolo, giornalista de il Quotidiano della Calabria.
È la parola dietro a destare rancore e rabbia in chi crede che il diritto di primeggiare sia valido per tutti, al di là delle diversità fisiche, biologiche e naturali. Ma Marchiolo, attraverso dieci brevi racconti sulla vita di dieci grandi donne legate a uomini di rilievo e alle quali la collettività oggi riconosce un importante valore storico e morale, non dimostra altro che spesso la donna esprime le sue potenzialità non in modo urlato e concitato, ma pacato e ragionevole.
La donna, per definizione, vive all’ombra dell’uomo, che ne trae a sua volta tutti i vantaggi emozionali e intellettuali. Si potrebbe pensare a casi di discriminazione e alla conseguente voglia di ribellarsi a queste situazioni. D’altra parte l’autrice non accenna mai a questo. Infatti, la chiave di lettura non è la fantomatica differenza tra uomo e donna e la voglia di quest’ultima di primeggiare, ma le caratteristiche della personalità femminile, da cui prendono avvio dieci rilevanti scatti di vita.
Si tratta di storie da cui esce fuori l’immagine di madri di famiglia, mogli fedeli, sorelle fiduciose, muse ispiratrici che, all’inizio, non osano agire. Eppure, alla fine, bisogna pure urlare. Ed ecco che le vedi battersi in prima fila per ogni tipo di diritto umano.
Da Michelle Obama a Yoko Ono Lennon
Dieci comuni donne straordinarie, questo il titolo della prefazione al libro di Alessandra Casella, attrice e conduttrice televisiva italiana.
Dieci donne, le cui storie di intensa umanità portano a riscoprire un minimo di grandezza nelle vite al femminile.
Michelle Obama, prima che moglie del presidente degli Stati Uniti, è una madre di famiglia che non ha mai dimenticato la carriera. Da studentessa ha condiviso con il marito la lotta contro le discriminazioni razziali. Forti della loro unione, hanno continuato a perseguire i propri obiettivi. Obama è diventato presidente ma non ha smesso di amare quella donna che si presentava ai colloqui lavorativi preceduta da un passeggino.
Mina Welby, moglie di Piergiorgio Welby, malato di distrofia muscolare, ha combattuto affinché l’eutanasia venisse applicata su suo marito sofferente, costruendo una «deontologia d’amore. Espedienti per aggirare il dolore, soprattutto».
Pilar Saramago, moglie dello scrittore premio Nobel José Saramago. Un amore passionale. Non c’è nessuna soglia d’età a dividerli. Ad unirli l’esilio, Pessoa, parole danzanti in cieli bui.
Antonietta Vendola, madre di Nichi Vendola, uomo politico italiano omosessuale. Marchiolo la definisce una «femminista illetterata». Niente di più naturale è battersi per diritti così evidentemente giusti, senza l’influenza di film, libri, ondate culturali la cui influenza (purtroppo) svanisce col passare degli anni. Eppure, accettare l’omosessualità del proprio figlio non è cosa di poco conto. Ma Antonietta è una madre di cuore: dalla felicità del figlio dipende la propria.
Rita Borsellino e Anna De Grazia, rispettivamente sorella di Paolo Borsellino e moglie di Natale De Grazia, entrambi vittime della criminalità italiana, testimonianze amare di una società illegale come la nostra.
E poi ancora, Harper Lee, Hilary Clinton, Yoko Ono Lennon, Tahereh Panahi: donne, compagne di vita di uomini di fama come Truman Capote, Bill Clinton, John Lennon, Jafar Panahi.
A prima vista, la normalità sembrerebbe non avere niente a che fare con dei personaggi di così estrema popolarità. Ma c’è una cosa che distingue queste storie da tante altre, magari già lette e rilette mille volte: l’intensità dei sentimenti.
Cogito ergo sum: sono persone pensanti, che non hanno perso l’umanità, nemmeno se il successo e la ricchezza sembrano invadere la loro vita.
Nel libro non si parla di eccessi, mondanità o elitarismo culturale, ma di quotidianità, sofferenza e voglia di andare oltre la tangibilità della realtà, per riuscire a credere in ideali che molti definirebbero “utopistici”.
Racconti romanzati: lo stile letterario nella realtà
10 grandi donne dietro 10 grandi uomini è un po’ come parlare di una biografia romanzata, in cui l’autrice si diletta a destreggiare le proprie armi letterarie per scrivere di una storia reale. Le testimonianze si mescolano ad espressioni e immagini a dir poco poetiche e surreali, che rendono la lettura, per chi apprezza uno stile lontano da quello giornalistico, coinvolgente ed emotiva.
In questo modo, di fronte alla mera veridicità dei fatti, possiamo trovarci immersi in mari e paesi lontani, gli stessi che coinvolgono le dieci protagoniste delle storie narrate.
«Leggere come scrivere, non è un’azione innocente. Entrambe ci portano un po’ più in là di dove eravamo prima». Perciò, leggendo della straordinarietà di queste donne, possiamo ritrovarne un po’ della nostra. Sacrifici d’amore ne facciamo un po’ tutti. Basta solo riscoprirne l’impronta nella faticosa quotidianità. A fine lettura, a tentoni, ritroviamo quella forza emotiva che spesso perdiamo, e la solidifichiamo.
Francesca Ielpo
(www.bottegascriptamanent.it, anno VI, n. 54, febbraio 2012)