Homepage - Accesskey: alt+h invio
Editore: Bottega editoriale Srl
Società di prodotti editoriali, comunicazione e giornalismo.
Iscrizione al Roc n. 21969.
Registrazione presso il Tribunale di Cosenza
n. 817 del 22/11/2007.
Issn 2035-7370.

Privacy Policy

Direttore responsabile: Fulvio Mazza
Direttore editoriale: Giovanna Russo
Anno VI, n. 53, gennaio 2012
Sei in: Articolo




Letteratura contemporanea (a cura di Francesco Mattia Arcuri) . Anno VI, n. 53, gennaio 2012

Zoom immagine Edoardo Bennato: idolo ribelle,
talentuoso cantautore di favole
per la generazione degli anni ’70

di Agata Garofalo
Da Arcana edizioni l’atipica biografia
sulla carriera del rocker napoletano


Per Edoardo Bennato c’è ben poco spazio nel panorama musicale odierno. Troppo poco per chi lo ricorda, negli anni ’70, come l’idolo indiscusso delle folle. I giovani d’oggi lo conoscono come autore ed interprete di pochi azzeccati successi commerciali, ignari del ruolo di provocatore, ribelle ed irriverente, che ebbe nella storia della canzone italiana d’autore. È Francesco Donadio, giornalista musicale e coordinatore del sito Extra! Music Magazine, a ricordarci che Bennato fu, in Italia, tra i primi cantautori rock e one-man-band (armato di chitarra, armonica, kazoo e percussioni), oltre che il primo fra gli italiani a suonare negli stadi di fronte ad ottantamila persone. E lo fa in un volume puntuale e godibile: Edoardo Bennato. Venderò la mia rabbia (Arcana edizioni, pp. 352, € 18,50). Una biografia atipica, dedicata allo spirito ribelle del cantautore di Bagnoli: «se Bennato ce l’ha fatta, è stato grazie alla sua (sana) rabbia, e a una ferma convinzione nel proprio talento».

 

Motivi e scopi di una biografia romanzata

Bisogna subito rassicurare chiunque abbia istintivamente storto gli occhi al cielo leggendo il termine “biografia”. Non abbiate paura di imbattervi in una noiosa, ripetitiva, melensa e monotematica apologia epica, di quelle che rincorrono l’eroe di turno, coi paraocchi ed il microscopio, dai primi vagiti agli ultimi insignificanti ed inascoltabili lavori. Venderò la mia rabbia è incentrato sulla vita e la carriera di Bennato, ma non si tratta di una biografia fredda e tecnica, piuttosto di un racconto armonico e completo che si legge veloce e fluido come un romanzo, compreso di intrecci, divagazioni, imprevisti e personaggi secondari dalle personalità complesse. Donadio ci fa girare l’Italia nel tempo e nello spazio seguendo il protagonista nei suoi quarant’anni di carriera, senza risparmiarci dettagli e curiosità, eppure la sua scrittura è asciutta, essenziale, priva di aneddoti inutili, edulcorazioni e sentimentalismi. In tutto il libro sono appena due le storie d’amore a cui si accenna, e solo perché legate ad episodi importanti per la carriera di Bennato.

Le poche biografie finora esistenti, precisa l’autore, ad opera di fan o collaboratori dell’artista, mancano di imparzialità oltre che di analisi critica e contestualizzata dei testi e delle vicende narrate. Per colmare tale carenza, egli ha intervistato chiunque abbia collaborato con lui nel periodo d’oro, ricostruendo nei particolari date ed eventi, allo scopo di rivelare aspetti inediti, spiegare le liriche e tracciare un quadro completo del panorama musicale italiano degli ultimi cinquant’anni.

Attento ed imparziale, Donadio non risparmia critiche né lodi sulle scelte di testi, arrangiamenti e melodie. «Sono stato severo verso una parte della sua produzione, la più recente – ammette –. Spero però capisca che un testo adorante – come se ne trovano su tanti artisti – sarebbe stato inutile e forse perfino dannoso». L’intento dell’opera non è quello di svelare la complessa poetica di un cantautore impegnato e contorto; al contrario, dimostrare quanto sia semplice e quasi banale nei suoi pensieri. Il ritratto è quello di un antidivo, schivo alle interviste perché ha poco da dire, che esprime solo in musica e nelle esibizioni live il meglio di sé.

 

Testimonianze di vita e di un’epoca

Il volume contiene una mole immensa di testimonianze, ricordi ed opinioni, tra cui quelle del fratello Eugenio, altrettanto famoso ma molto diverso per gusti ed inclinazioni musicali. I segreti e le contraddizioni del mondo discografico, quindi, sono descritti dai differenti punti di vista di cantanti, giornalisti, discografici, produttori, editori, talentscout, ecc. Nei quattro capitoli di cui si compone la biografia si racconta rispettivamente la gavetta, l’ascesa al successo, la consacrazione fino al concerto di San Siro del 1980 ed infine la parte calante della parabola della carriera di Bennato. Completano ed abbelliscono il tutto le considerazioni in Entrata ed in Uscita dell’autore, nonché gli apparati disco-bibliografici.

Seguiamo Edoardo, classe 1946, dai primi concerti con i fratelli in giro per il mondo negli anni Cinquanta, alle passioni per Elvis ed il rock’n’roll, per i Beatles ed i Rolling Stones, ma soprattutto alla scoperta di Bob Dylan, decisiva per il suo stile, atteggiamento e tendenze musicali. Ed ancora dall’emigrazione a Milano e le scorribande a Roma, passando per il primo disco-flop del ’66 in cui è il primo italiano a suonare l’armonica, fino al momento in cui il terreno diventa fertile per la sua affermazione.

È il 1973, le melodie e le liriche tradizionali lasciano il posto ad un nuovo concetto di pop e di rock, alle tematiche più ricercate ed impegnate. Per un ventisettenne con una laurea che attende e solo gavetta alle spalle, è l’ultima occasione utile, ma si rivela quella giusta per far finalmente emerge la sua originalità. «Lo redimono i testi, – spiega Donadio – sputati più che cantati e interpretabili come una critica al sistema, e i monologhi che di lì a poco inizierà a fare nei concerti, in cui si scaglierà contro l’insipienza delle case discografiche».

La piena soddisfazione e popolarità Bennato la raggiunge con Burattino senza fili e Sono solo canzonette. In queste due sole occasioni, all’apice della sua creatività, riesce a sfornare dei veri concept: album interi con un tema unico e riconoscibile, un filo conduttore che tiene insieme il tutto. Le parole sono chiare e dirette, tutte riconducibili rispettivamente alle favole di Pinocchio e di Peter Pan ed all’unico tema centrale, l’elogio della follia e dell’immaginazione contro la ragione. Paradossalmente, questi album sono il risultato di un lavoro razionale e metodico. Meno istintivo e indisciplinato di un tempo, il cantautore ha imparato ad evitare libere associazioni di idee ed arringhe furiose ed incomprensibili per veicolare un messaggio univoco e razionalmente decifrabile.

Poi qualcosa cambia. La scena musicale degli anni Ottanta è dominata da Vasco Rossi e Pino Daniele da una parte e da ritmi psichedelici e super veloci dall’altra. Bennato non si adegua ai tempi, perde man mano la sua rabbia e d’ora in poi scriverà «con pochi guizzi e la tendenza al riciclo di idee già sfruttate in passato. […] Ora non ha voglia di sfottere e ironizzare e preferisce andare diretto al punto, investendo l’ascoltatore con un’insopprimibile malinconia e un forte pessimismo». Gli riusciranno solo poche perle pop, successi facili e commerciali come Viva la mamma e Notti magiche.

 

Parole di rabbia di un anti eroe

Negli anni ’70 Bennato era tra i pochissimi a non cantare d’amore e a non creare testi elaborati e metaforici ma a parlare in maniera semplice e diretta di tematiche d’attualità. Canta, ironico ed arrabbiato, di temi filosofici e fiabeschi, d’istinto e ragione, di politica e musica, di showbiz ed ipocrisie sociali, di consumismo e filo-americanismo. I testi, per lo più evocativi e di facile interpretazione, sono impreziositi da una sana, lieve ambiguità che intriga l’ascoltatore, spesso inserita per aggirare la censura.

All’interno del libro, sono molte le occasioni per raccontare ed esaminare episodi fondamentali nella storia sociale italiana come ad esempio il Sessantotto, l’Austerity, gli Anni di piombo, le rivolte contro la musica a pagamento. C’è spazio pure per descrivere il fermento spesso finto ed ipocrita di chi si definiva di sinistra solo per moda. Bennato non ha mai partecipato a cotanta ostentazione ideologica, senza tuttavia rinunciare all’adorazione del pubblico di sinistra.

Donadio non nasconde i dubbi, le ambiguità e le contraddizioni che si celano dietro l’atteggiamento accorto di un artista acclamato come eroe ribelle ma sempre attento a non schierarsi politicamente. Risponderà, Bennato, in una celebre lirica del 1980, a chi lo aveva accusato di non prendere posizione, di essere troppo schivo e non volersi confrontare con la realtà e la politica vera: «a quelli in malafede/ sempre a caccia delle streghe/ dico: no, non è una cosa seria/ e così è se vi pare/ ma lasciatemi sfogare/ non mettetemi alle strette/ o con quanto fiato ho in gola/ vi urlerò: non c’è paura/ ma che politica, che cultura/ Sono solo canzonette».

 

Agata Garofalo

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno VI, n. 53, gennaio 2012)        

Redazione:
Lidia Palmieri, Patrizia Piperis, Pamela Quintieri
Collaboratori di redazione:
Giulia Adamo, Maria Elisa Albanese, Simona Antonelli, Marika Balzano, Claudia Barbarino, Anna Borrelli, Valentina Burchianti, Maria Assunta Carlucci, Camilla Manuela Caruso, Alberto Cazzoli, Cinzia Ceriani, Guglielmo Colombero, Giulia Costa, Patrizio D'Amico, Veronica Di Gregorio Zitella, Maria Rosaria Ferrara, Elisabetta Feruglio, Vilma Formigoni, Federica Franco, Maria Grazia Franzè, Annalice Furfari, Manuela Gatta, Simona Gerace, Barbara Gimigliano, Francesca Ielpo, Giuseppe Licandro, Rosina Madotta, Jacqueline Maggio, Daniela Malagnino, Stefania Marchitelli, Paola Mazza, Maria Chiara Mazzillo, Annalina Mesina, Sonia Miceli, Francesca Miletta, Elena Montemaggi, Sara Moretti, Lara Parisella, Giuseppina Pascuzzo, Giusy Patera, Graziana Pecora, Anna Picci, Serena Poppi, Giuseppe Pulvirenti, Cinzia Randazzo, Mariastella Rango, Francesca Rinaldi, Alessia Rocco, Luciana Rossi, Annalisa Scifo, Mirko Scilla, Fulvia Scopelliti, Adele Spadafora, Roberta Tiberia, Filomena Tosi, Laura Tullio, Andrea Vulpitta, Carmine Zaccaro
Curatori di rubrica:
Francesco Mattia Arcuri, Monica Baldini, Giulia De Concilio, Rita Felerico, Maria Grazia Franzè, Annalice Furfari, Angela Galloro, Agata Garofalo, Simona Gerace, Daniela Graziotti, Mariacristiana Guglielmelli, Mària Ivano, Antonella Loffredo, Rosina Madotta, Manuela Mancuso, Luisa Grieco e Mariangela Rotili, Mariangela Monaco, Pamela Quintieri, Cecilia Rutigliano, Fulvia Scopelliti, Alba Terranova
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT