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Direttore editoriale: Giovanna Russo
Anno V, n. 50, ottobre 2011
Musica 2.0
era digitale
di Maria Grazia Franzè
Da Bevivino
facili download
e new media
Ascoltare una canzone o partecipare ad un concerto sono state sicuramente esperienze che tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo vissuto; udire una canzone che rievoca un periodo particolare facendoci emozionare, associare ad un brano musicale una persona cara, sono tutte esperienze provate almeno una volta nel corso della propria vita.
Suoni e parole, musica e tempo: sono questi gli elementi salienti che da sempre accompagnano l’esistenza umana ma, nel corso del tempo, tanti sono stati i cambiamenti che hanno portato a profonde trasformazioni che hanno visto tra i primi fruitori gli ascoltatori e, con essi, tutto il mercato musicale.
In un saggio analitico con un linguaggio chiaro e ben comprensibile, il giovane autore Luca Rizzi prende in considerazione i diversi e tanti modi di “fare musica”, di pubblicizzarla e farla conoscere nell’era digitale. Il suo saggio intitolato Il mio spazio musicale. Musica società e marketing nell’era digitale e dei social network (Bevivino, pp. 212, € 15,00) con prefazione di Franco Daldello, amministratore delegato della Peermusic Italy, membro Siae e fondatore, con Lucio Battisti e Mogol, dell’etichetta discografica Numero Uno; e introduzione affidata a Dario Salvatori, noto giornalista e critico musicale, vuole essere un saggio che analizza la produzione musicale e la diffusione nel mondo virtuale.
“Mondo parallelo” o “nuovo mondo”?
«Si può dunque parlare di Nuovo Mondo anche per Internet o è più corretto parlare di mondo parallelo?». Domanda non di poco conto quella di Luca Rizzi che non a caso intitola il primo capitolo del suo saggio: Il nuovo mondo, proprio perché, popolato di persone reali in un mondo dove c’è un sapere condiviso e ampiamente diffuso con il passaggio di informazioni attraverso i media, si è creato un sorta di universo dove si condivide tutto o quasi: dalla propria identità al sapere, dagli hobby alla musica in una sorta di scambio frenetico fatto di citazioni veicolate in [da] nuove forme di comunicazione. Chat, forum, blog, social network sono tutti “luoghi” dotati di una propria forma di comunicazione dove alle richieste di amicizia e di accettazione delle stesse si formano delle reti di conoscenze o, non nel senso vero e proprio della parola, si instaurano delle amicizie. Anche le fotografie “partecipano” a questo mondo dove «il digitale toglie, come già detto, la materialità alle cose. […] Paradossalmente la nostra memoria si abitua a ricordare come catalogare le immagini invece di ricordare le immagini e i contenuti che abbiamo conservato, in quanto sono diventati oggettivamente troppi». Vita, quindi, parallela quella che nasce davanti al computer, dove la parola d’ordine è “condividere”, dove «la comunità non ha più delle caratteristiche che mi appartengono, che ci appartengono. Quella virtuale, per completare lo scollamento, richiede solamente una scelta: quella di iscriversi».
Tra i tanti modi condivisibili [strumenti di condivisione] sicuramente MySpace Music è il social network per eccellenza grazie al quale è possibile condividere musica, diffonderla e quindi pubblicizzarla in una sola pagina a mo’ di vetrina con una maggiore e semplice fluidità di trasmissione del sapere, ma anche e soprattutto «un’altissima interattività da parte dell’utente e una standardizzazione dell’utilizzo dei contenuti, oltre ad una fidelizzazione verso la piattaforma MySpace».
Musica e media: possesso e condivisione
Il “nuovo mondo” virtuale non ha sicuramente portato solo a dei cambiamenti in un pluralismo di identità, ma anche ad una serie di diversità comunicative dove, molto spesso, accade che uno stesso contenuto sia mediato e trasmesso da altri media in forme diverse e che possa essere fruito in un altro contesto mediatico. «Può essere un esempio di quanto appena detto la kermesse di Sanremo, che, oltre a essere organizzata prettamente per lo spettacolo televisivo, ha un proprio collegamento a un sito dedicato, un’estensione del medium TV. In questo sito, tra le altre funzioni, nell’edizione del 2009 vi era la possibilità di ascoltare le canzoni delle nuove proposte».
Se questo porta da un lato alla ridondanza di contenuti, dall’altro conduce a differenti modalità di ascolti musicali e così: «la tecnologia, oltre ad avere isolato progressivamente gli ascoltatori, ha fatto entrare la musica all’interno delle dinamiche della moda e del marketing», in un vortice comunitario dove non si sa bene se sia più preponderante l’influenza musicale o quella dei media. Conseguentemente a questa nuova forma di “fare musica” il mercato discografico italiano si è anch’esso trasformato in quattro fasi alle quali se ne aggiunge una quinta (che è quella attuale): epoca pioneristica (1900-1950), età industriale (1950-1970), era dei gruppi di distribuzione (1970-1985), era delle multinazionali (1985-2000), era della smaterializzazione, della musica liquida (2000-oggi).
Luca Rizzi propone un elenco dettagliato per ogni tempo dove a seconda del cambiamento sociale stila un piccolo resoconto della situazione attuale concludendo il suo saggio con una domanda che tutti gli “onnivori” di musica dovrebbero porsi, cioè se: «vogliamo una musica che permei nel nostro immaginario collettivo o se siamo disposti ad accettare una nuova era in cui la musica sia solo un “game”, un prodotto?».
Maria Grazia Franzè
(www.bottegascriptamanent.it, anno V, n. 50, ottobre 2011)
Monica Briatico, Lidia Palmieri, Pamela Quintieri
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Francesco Mattia Arcuri, Giulia De Concilio, Maria Grazia Franzè, Angela Galloro, Mariacristiana Guglielmelli, Antonella Loffredo, Rosina Madotta, Manuela Mancuso, Valentina Pagano, Pamela Quintieri, Cecilia Rutigliano, Fulvia Scopelliti, Alba Terranova