Società di prodotti editoriali, comunicazione e giornalismo.
Iscrizione al Roc n. 21969.
Registrazione presso il Tribunale di Cosenza
n. 817 del 22/11/2007.
Issn 2035-7370.
Direttore editoriale: Giovanna Russo
Anno V, n. 50, ottobre 2011
Rifiuti e morti sospette:
alla ricerca della verità
di Agata Garofalo
Per Laruffa, la denuncia di un giovane reporter
contro i traffici illeciti che uccidono il Sud
Le cosche calabresi, supportate da impensabili alleanze, gestiscono indisturbate un giro d’affari da milioni di euro. Affari sporchi, maleodoranti e pericolosi come un cumulo di rifiuti. Come la montagna di scorie industriali alta
Voci e cifre che nessuno vuole sentire
Quella di Cordova, giovanissima firma di strill.it, è la disperata denuncia di un palmese che ama la propria terra e non accetta che venga venduta, a nessun costo. Una denuncia attuata attraverso un’esposizione ben documentata dei fatti. La sua non è un’analisi rassegnata e passiva delle disgrazie del Meridione, è piuttosto un tentativo di scuotere le coscienze, uno stimolo a reagire, perché siamo ancora in tempo.
Il libro espone e commenta i risultati di un’inchiesta realizzata sul campo, nell’arco di un anno, in una regione incancrenita dalla ’ndrangheta e dalle malattie. L’opera, coadiuvata da alcune foto dello stesso autore, si avvale del patrocinio morale del Forum nazionale dei giovani e della prestigiosa prefazione del magistrato Ferdinando Imposimato, presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di cassazione, il quale la definisce: «una spietata e coraggiosa denunzia di omertà, omissioni, inerzie, negligenze dovute a pressioni di poteri occulti e a interessi enormi decisi a difendere i proventi illeciti con ogni mezzo, nessuno escluso».
L’autore segue la scia positiva della folta, ardita e vivace produzione editoriale delle giovani generazioni meridionali. Con una puntuale ricostruzione degli elementi oscuri, le tracce sotterranee e le prove sommerse che si celano dietro l’attività di smaltimento illegale dei rifiuti tossici e radioattivi, il giovane reporter calabrese sceglie la via della saggistica per affrontare il discorso in tutte le sue possibili ramificazioni e per dare il giusto spazio e la dovuta risonanza a fatti, dati e testimonianze altrimenti taciuti o insabbiati dai media nazionali. E lo fa fornendo informazioni accurate, che trovano riscontro nelle documentazioni esposte: atti della Commissione parlamentare sui rifiuti, della Direzione investigativa antimafia, di Legambiente e della magistratura, dichiarazioni dei pentiti e dati ufficiali dei dipartimenti sanitari: cifre, grafici e statistiche che rendono l’idea della quantità di soldi, rifiuti, malattie e morti che sono collegabili ai traffici mafiosi in terra calabra. Il tutto è affiancato dalle storie individuali e le testimonianze private di chi in questi loschi commerci di liquami ha perso una parte di sé.
Suggestioni e misteri alla ricerca delle verità nascoste
Con stile avvincente e quasi romanzato, evocativo e suggestivo, ritmato da pause riflessive che donano alla narrazione respiro e profondità, vivacità e dinamismo, Cordova espone con chiarezza gli enigmi insoluti legati a quelle navi avvelenate che solcano mari ed oceani internazionali attraverso rotte sempre, misteriosamente, riconducibili alla Calabria. Viaggi maledetti e sventurati, che hanno un costo molto elevato, soprattutto per la salute.
Partendo dalla brutta storia della Rigel, risalente al 1987, Cordova ripercorre le tappe di quei traffici abusivi soffermandosi soprattutto sulle nostre coste: Crotone, Cosoleto, Melito Porto Salvo, Amantea, ecc. Posti dove la gente si ammala di tumori in maniera sospettosamente crescente. Lo dimostrano dati, statistiche e fatti, mai però direttamente riconducibili ad affari illeciti, perché «la ’ndrangheta è invisibile», ed i suoi segreti affondano nel mare. Tranne alcuni, come quelli della Jolly Rosso che, purtroppo o per fortuna, si è arenata a Campora San Giovanni, proprio vicino a quella ridente spiaggetta fatta di scogli ed insenature dove molte famiglie, ignare, hanno continuato a trascorrere felici giornate di mare.
Decessi e affondamenti sono tanto frequenti e puntuali da diventare sospetti, si intrecciano, infatti, con interessi economici che coinvolgono multinazionali ed aziende familiari, piccoli comuni e grandi governi, e, forse, anche i servizi segreti. I sospetti diventano prove, confermate da agghiaccianti intercettazioni telefoniche: i rifiuti tossici e radioattivi vengono interrati, accatastati, affondati o, più fantasiosamente, impiegati per asfaltare strade o costruire strutture pubbliche e private. Fatti sparire abusivamente, insomma, dalla luce del sole. Ma si tratta di verità spesso soltanto intuite, mai confermate dalle indagini. Anche queste, il più delle volte, si arenano inspiegabilmente proprio quando sembra che procedano a vele spiegate.
Le rotte della ’ndrangheta
La narrazione procede per episodi, dal generale al particolare. Si parte infatti dalla Somalia, dalla storia di Ilaria Alpi, ma si arriva subito in Calabria, nel porto di Gioia Tauro, per continuare col torrente Oliva,
La bellissima terra di Calabria rischia di trasformarsi, nel frattempo, per opera dei suoi stessi figli, in un ricettacolo di veleni. Quei figli che, pur di procurarsi guadagni facili ed ingenti, sono arrivati a vendersi la propria terra e stanno a guardare mentre viene torturata ed uccisa. Solo la mafia conosciuta come la più potente al mondo è capace di arrivare a tanto: la ’ndrangheta calabrese. Eppure il reato di traffico illecito di rifiuti è nato soltanto nel 2006, introdotto tramite un apposito decreto legislativo. Ma quello che preoccupa di più sono i silenzi, quelli dei cittadini della Calabria. «La loro legittima richiesta di azioni rapide ed efficaci – dichiara Domenico Vincenzo Vinci, giornalista e politico di Melito Porto Salvo, intervistato dall’autore – merita risposta, così come le numerose domande a cui la pur positiva e “tranquillizzante” conclusione di questa vicenda non ha ancora dato risposta».
Al sud la popolazione paga le conseguenze di tali sotterfugi, ma gli affari più redditizi la ’ndrangheta li fa al nord. E sono affari con cifre da capogiro, tanto da far pensare che la mafia stessa sia solo il braccio di qualcosa di più grande e ramificato, di una testa che dirige i movimenti sporchi mantenendosi pulita, di qualcuno che, dall’alto, regge i fili.
Agata Garofalo
(www.bottegascriptamanent.it, anno V, n. 50, ottobre 2011)
Monica Briatico, Lidia Palmieri, Pamela Quintieri
Giulia Adamo, Maria Elisa Albanese, Simona Antonelli, Marika Balzano, Claudia Barbarino, Anna Borrelli, Valentina Burchianti, Maria Assunta Carlucci, Camilla Manuela Caruso, Alberto Cazzoli, Guglielmo Colombero, Patrizio D'Amico, Monica De Francesco, Veronica Di Gregorio Zitella, Maria Rosaria Ferrara, Elisabetta Feruglio, Vilma Formigoni, Federica Franco, Maria Grazia Franzè, Manuela Gatta, Barbara Gimigliano, Francesca Ielpo, Giuseppe Licandro, Jacqueline Maggio, Daniela Malagnino, Sonia Miceli, Elena Montemaggi, Sara Moretti, Valentina Pagano, Giuseppina Pascuzzo, Anna Picci, Serena Poppi, Giuseppe Pulvirenti, Cinzia Randazzo, Mariastella Rango, Alessia Rocco, Maria Saporito, Annalisa Scifo, Adele Spadafora, Roberta Tiberia, Laura Tullio, Andrea Vulpitta, Antonietta Zaccaro
Francesco Mattia Arcuri, Giulia De Concilio, Maria Grazia Franzè, Angela Galloro, Mariacristiana Guglielmelli, Antonella Loffredo, Rosina Madotta, Manuela Mancuso, Valentina Pagano, Pamela Quintieri, Cecilia Rutigliano, Fulvia Scopelliti, Alba Terranova