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A. XVIII, n. 205, nov. 2024
Un’anima ribelle, la paura
del futuro e della verità
di Rosina Madotta
Da Garzanti un romanzo psicologico per riflettere:
quando le coincidenze nella vita sono decisive
Ritrovare la strada di casa seguendo il cammino tracciato dalla luminosità delle stelle, oppure determinare la posizione e la rotta di una nave per giungere al porto utilizzando esclusivamente la distanza degli astri sulla linea dell’orizzonte all’alba. Una metafora che è il filo conduttore del secondo romanzo di Brunonia Barry, La ragazza che rubava le stelle(Garzanti, pp. 396, € 18,60) il cui titolo originale è The map of the true places e la traduzione dall’inglese a cura di Alba Mantovani. Dopo l’esordio letterario nel 2009 con La lettrice bugiarda – romanzo best seller grazie al passaparola dei lettori – la scrittrice americana ambienta la nuova storia negli stessi luoghi dell’opera precedente, la cittadina di Salem.
Zee, la protagonista, ritorna a Salem, la sua città d’origine e seguendo il cuore riscopre gli affetti lasciati lì qualche anno prima, si pone domande su eventi mai chiariti e mette la propria vita totalmente in discussione con lo scopo di riordinarne i pezzi come in un mosaico. Quando ogni tessera sarà al proprio posto, lei avrà scoperto qual è il suo posto nel mondo? Seguendo un itinerario psicologico che ripercorre la vita della protagonista – nel quale elementi propri del thriller si mescolano a mistero, suspense e infine romance – il lettore viene catturato, pagina dopo pagina, dalla storia di Zee e degli altri personaggi che le ruotano attorno.
La ragazza che rubava le barche
La protagonista della storia è Zee, diminutivo di Hepzibah (nome scelto dal padre Finch per la grande passione nei confronti dell’autore Nathaniel Hawthorne e di un personaggio in La casa dei sette abbaini), una giovane psicoterapeuta, prossima al matrimonio con Michael, che vive e lavora a Boston a fianco della sua guida professionale, la dottoressa Liz Mattei. Nessuno conosce la sua storia e il suo passato, che cerca a tutti i costi di dimenticare. Ma un evento sconvolge la sua vita e Zee è costretta a fare i conti con i suoi dolorosi ricordi recuperati dall’adolescenza: la sua paziente più critica, Lilly Braedon, si toglie la vita. Lilly è affetta da disturbi bipolari della personalità, come lo era stata precedentemente la mamma di Zee, la bella Maureen morta suicida per mezzo della stricnina quando la figlia aveva solo tredici anni. Dopo la morte di sua madre, della quale si sente in parte responsabile, Zee diventa una ragazzina ribelle e difficile tanto che è solita rubare dei motoscafi al molo della cittadina per scappare con l’oscurità in mare aperto. Il chiarore della luna sull’acqua disegna lunghe strisce luminose che l’aiutano ogni notte a ritornare sulla terra ferma. L’oceano è l’unico luogo che può darle sollievo dal dolore e dai sensi di colpa.
La sofferenza provocata dal riaprirsi di vecchie ferite e, nello stesso tempo l’aggravarsi della malattia del padre Finch – l’Alzheimer – la costringono dopo quindici anni a fare ritorno a Salem, nella sua casa posta proprio di fronte alla famosa casa dai sette abbaini, meta di molti turisti. Qui scopre che il padre, spinto da rancori e dissidi irrisolti, ha allontanato da sé il suo compagno Melville; ma alla giovane ragazza qualcosa non quadra. Com’è possibile che l’amore decennale tra i due abbia trovato un ostacolo tanto arduo da non poter essere oltrepassato? E, soprattutto, qual è la misteriosa colpa per cui Finch non riesce a perdonare Melville?
In un continuo alternarsi tra passato e presente, sensi di colpa e nuove problematiche, segreti di famiglia e rancori mai sopiti, Zee cercherà delle risposte alle sue domande e i tasselli che mancano per completare la storia della sua vita. In un vortice d’emozioni spesso contrastanti, passioni, ricordi, coincidenze determinanti (forse troppo) e nuove violenze, la protagonista rimette tutta la sua vita in discussione rinunciando ai “pezzi” che non la soddisfano più e aprendo nuove strade da percorrere per la felicità sia professionale che sentimentale.
La ricerca dell’amore
Il romanzo non può essere collocato in un genere preciso: amore, mistero, psicologia, psicoterapia, suspense, violenza si fondono continuamente a creare una miscela originale e intensa.
La narrazione è impreziosita da nozioni tecniche sulla navigazione in mare grazie a due espedienti ai quali ricorre: i racconti e le spiegazioni di Hawk, esperto di navigazione astronomica, a Zee e i frammenti tra una sezione e l’altra del romanzo, vere e proprie “perle” tratte da un testo d’indiscusso valore nell’ambito specifico della materia The american practical navigator di Nathaniel Bowditch.
Ma è grazie a una sorta di gioco delle scatole cinesi che il lettore scopre la storia dei personaggi scaturiti dalla finzione ma anche di quelli realmente esistiti. Il filo conduttore di tutte le vicende narrate è la ricerca dell’amore che lega tutti: l’amore tra padre e figlia, l’amore tra patrigno e figlia acquisita, l’amore malato e patologico, l’amore eterosessuale, l’amore omosessuale. Ampio spazio è infatti dedicato alla relazione tra il padre ormai malato di Zee e il suo compagno, vissuta senza pregiudizi in una cittadina e in uno stato, il Massachusetts, che ha legalizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso. E non meno importante l’amore per la letteratura, personificato dalla passione di Finch verso lo scrittore Hawthorne. Proprio in riferimento a quest’ultimo aspetto nella narrazione sono inseriti elementi della profonda amicizia che legò, alla fine dell’Ottocento, lo scrittore nato a Salem e Herman Melville (da quest’ultimo deriva, infatti, il soprannome del compagno di Finch).
Nel corso della vicenda narrata tornano a galla segreti che aiuteranno Zee a ricomporre in modo chiaro la storia della sua paziente Lilly e il suo amore malato e patologico verso un uomo, il suo amante. Anche qui le coincidenze faranno in modo che le vite di queste tre persone si intersechino in modo determinante nonostante la loro volontà. Anche nella famiglia della psicoterapeuta ci sono nodi irrisolti e punti per lei completamente oscuri. Ne verrà mai a conoscenza?
Rosina Madotta
(www.bottegascriptamanent.it, anno V, n. 48, agosto 2011)
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi