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Anno I, n° 4 - Dicembre 2007
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Letteratura contemporanea (a cura di Maria Franzè) . Anno I, n° 4 - Dicembre 2007

Zoom immagine La prassi poetica e il dovere civile
nella epitome del poeta spagnolo:
lo spessore morale ne è alla base

di Alessandro Tacconi
Approfondita e convincente la raccolta
di José Goytisolo, per Giulio Perrone


Questo volume ci incanta per l’estrema comunicativa, per la naturale immediatezza del linguaggio e del costrutto. José Augustín Goytisolo, questo grande poeta spagnolo classe 1928, è riuscito nell’operazione più difficile, contro cui molti altri scrittori di versi infrangono le proprie ali: rendere accessibile un’intuizione, uno stato d’animo, nel modo più lieve e immediato possibile. Soprattutto oggi che la poesia è quantomai lontana dalla quotidianità dei pochi lettori italiani.

La raccolta Poesia civile (Giulio Perrone Editore, pp. 226, € 15,00) rappresenta un testo davvero importante, arricchito da un saggio introduttivo molto accurato, completo e dettagliato di Matteo Lefèvre che, attraverso un excursus sulla poesia spagnola dell’ultima metà del secolo scorso, aiuta a collocare la figura di José Augustín Goytisolo, che molti possono anche non conoscere.

Grazie a questo volume ne viene, quindi, una scoperta ancora più “gustosa”, perché i mali che quest’uomo denuncia della sua amata Spagna sono assai simili a quelli che avviliscono e prostrano la nostra cara Italia da decenni.

 

Pratica poetica e critica della vita quotidiana

L’azione indefessa di questo cittadino-poeta è stata quella di denunciare il “baratto” delle istituzioni con il potere e criticare le azioni di malgoverno («Eletto, eletto, / serba la tua fortezza, non badare / ai lamenti e alle maledizioni, / trionfa nel tuo regno, poiché il mondo / senza dubbio fu fatto a mo’ di sedia / per vigorose chiappe finanziarie, tipo quelle che hai tu»), di svolgere un ruolo attivo come intellettuale schierato innanzitutto a favore del proprio paese («Adesso stiamo qui. Tre pasti al giorno. // Edifichiamo ponti / per chi ora ci comanda. Non capiamo / niente di ciò che accade, però dicono / dovete costruire, e costruiamo»), che non può mai, in alcun momento, recedere dal proprio proponimento («Sì, siate come pietre, / come sassi di mare: / puri e resistenti, / terribili, ostinati»).

Eccolo, allora, lanciare sagaci critiche a quanti, sedicenti poeti e intellettuali, hanno ceduto le armi troppo velocemente alle lusinghe del potere («È l’ora, proclamarono, di inneggiare ai temi / meravigliosamente insostanziali, cioè, / è il momento di obliare tutto ciò che è accaduto / e comporre bei versi, vacui, però sonori, / melodiosi come il liuto, / che addormentino, che trasfigurino, / che calmino gli animi, che diavolo!»).

O invocare il ritorno del celebre architetto Gaudì, per rimediare alle sozzure urbanistiche di giunte comunali affaccendate in inutili beghe burocratiche e giochetti stranoti («lui sa che è meglio rompere volare e distruggere / che attendere una tregua / con la sciocchezza e il lurido / sporcargli nome immagini e memoria / sarà per poco tempo / sempre lo appassionarono / da bambino i fuochi d’artificio / e se stanotte torna / gli spiegheremo tutto quanto ditegli»).

Questo volume di liriche propone la voce di un uomo ammaliato dalla narrazione, dall’utilizzo di immagini tratte dal suo presente, la nostra abitudinaria quotidianità e il nostro comune passato. Viene, infatti, evocato Platone, ma anche il poeta latino Marziale, segno che gli insegnamenti universali non hanno tempo, che sono sempre a disposizione di chiunque voglia prestarvi orecchio. Basta ricordarsi di possedere una memoria abbastanza elastica e una volontà sufficientemente tenace, da voler ribadire, sempre e comunque, la validità di certi valori.

Proprio per tale motivo Goytisolo rifugge da forme espressive eccessivamente elaborate, per assicurarsi l’immediatezza del pensiero e del concetto rispetto al lettore. Le sue poesie sono piccoli gioielli che si reggono in apparenza su di un respiro altrettanto minuto, in realtà sprigionano una luce e una forza non comuni. Questa, a nostro avviso, è la maggiore abilità del poeta spagnolo e la lettura del suo volume sarà la riprova della nostra ultima affermazione.

 

Alessandro Tacconi

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno I, n. 4, dicembre 2007)

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