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A. XVIII, n. 206, dic. 2024
Delitto a Creta:
mito e mistero
si intrecciano
di Maria Grazia Franzè
Da Falzea editore il racconto
di una vacanza ambientata
tra storia e invenzione
Un racconto breve e una storia ambientata nel mondo orientale, dove alle tradizioni, al fascino della storia del luogo si intreccia quella familiare ricca di affetto e di parenti che si ritrovano in una Creta mitologica. Una storia per i giovani dai dodici anni in su, da leggere in compagnia o in solitudine nei momenti in cui si vuole cercare una distrazione e giungere fino a Creta, luogo dove la mitologia antica fa da sfondo a un delitto consumato tra familiari apparentemente legati da un profondo affetto.
Arricchito dalle illustrazioni di Sergio Bon, Ugo Vicic propone la lettura di Assassinio a Creta (Falzea, pp. 130, € 9,00) facendo immergere il lettore in un viaggio estivo nella “sospirata” e divertente vacanza orientale dove, allo spirito di avventura si alternano momenti di profonda paura.
Dall’Inghilterra a Creta
In una Creta di ieri, conosciuta perché raccontata dai libri di mitologia e da quelli di storia, che racchiude ancora oggi il passato, non morto nel tempo, atterra una famiglia di inglesi: Temistocle, cretese emigrato, ritorna a fare una vacanza in terra natia accompagnato dalla moglie inglese Sally e dalla figlia Calipso: «Dopo un’ampia virata sull’immenso blu del mare, si era diretto verso l’estremo promontorio della costa, preparandosi a sorvolare a bassa quota la catena di spiagge costellate di megacentrici balneari». L’aereo atterra e ad accogliere la famiglia di turisti inglesi giungono all’aeroporto Manolis e Yannis.
«Il jet privato di zia Sally era finalmente atterrato. Popi non riusciva a trattenere la commozione: avrebbe finalmente rivisto l’amatissimo fratello Temistocle, emigrato in Inghilterra più che ventenne». Un ritorno, pochi giorni da vivere con gli affetti lasciati e, nell’occasione, visitare i luoghi archeologici. Ai saluti e agli abbracci Yargos, che non aveva mai conosciuto la cugina Calipso, della stessa età, rimane colpito dalla sua bellezza. «Un’autentica ninfa, una creatura di un altro mondo».
I giorni passano, i parenti sconosciuti fanno amicizia trascorrendo del tempo assieme, alle descrizioni del luogo si alternano quelle dei posti visitati ma, durante un’escursione accade qualcosa di strano a Sally: «Nella mia borsetta: ho un serpente nella borsetta! – Ci sarà entrato quando arrivando hai voluto raccogliere quei fiori – disse il marito. E sogghignando: – Sei stata punita, Sally». Ma dopo lo spavento, la gita nella grotta di Skotino continua tra i resti cretesi e la famiglia, che seppur tra qualche chiacchiera lascia intravedere qualche piccolo astio, continua nella decisione di voler visitare tutti i siti mitologici.
Nel girovagare per Creta, alle giornate di spiaggia e mare si alterna la gita nel palazzo di Cnosso dove la giovane ricca Sally viene uccisa in un modo del tutto inspiegato. «Ma come? Da chi? Perché? Erano gli interrogativi che tormentavano l’intera famiglia. Com’era potuto accadere un fatto così orribile? Chi poteva odiare Sally al punto di ucciderla? Che nemici poteva avere sull’isola?... C’era un pazzo, un maniaco, nascosto nei meandri del palazzo? Oppure l’assassinio era uno della famiglia?...».
La famiglia, colpita dalla sgomento, ripercorre le tracce del delitto per cercare di svolgere, parallelamente alle indagini svolte dalla polizia, delle ricerche personali approfondite e «mentre la polizia avviava senza molta fortuna le indagini, tra i familiari di Sally l’atmosfera si faceva ogni giorno più pesante».
Tutti, anche ogni familiare, sono i sospettati dell’uccisione della mamma di Calipso ma, in questo girovagare in cerca di verità non si perdono solo gli investigatori, bensì anche e soprattutto il lettore che, leggendo, si trova spaesato e si improvvisa anche lui detective di questa morte insolita consumata con uno spillone!
«Brutta storia, assai brutta. Il commissario Alepùdis lasciò cadere il suo quaderno di appunti e bevve un sorso di caffè-frappè dalla cannuccia. Non era abituato a seguire casi del genere: un vero delitto, come ne aveva visti solo in televisione».
Il lettore ripercorre con gli investigatori la tracce del delitto: Calipso e Yargos sono preoccupati perché «arrivare ad avere dei sospetti sui propri parenti è davvero terribile. Ma che cosa ci sta succedendo, Calipso? Cos’abbiamo fatto di male per meritarci questo?...».
Le indagini continuano per giorni e giorni e alle domande fatte dai protagonisti, si alternano le curiosità che stuzzicano l’interesse per e la voglia di voler conoscere la Grecia perché, in questo senso, Vicic non si esime dal dare spiegazioni storiche e culinarie del posto: dall’ouzo, liquore a base di anice, alla durata della dominazione turca a Creta o ancora, alla descrizione del cielo e dei paesaggi quasi sublimi e del tutto diversi da quelle inglesi dove, oltre al consumato delitto irrisolto, tra Calispo e Yargos succede qualcosa: «Fu un delizioso primo bacio, sotto quel cielo che così azzurro si vede soltanto là, nella grande isola che molti chiamano continente».
Qualche notizia sull’autore
L’autore triestino non utilizza per la prima volta questo approccio antropologico nel raccontare le sue storie: già in un romanzo precedente, Cuore di porco, egli aveva utilizzato un giustapporsi di più elementi, dall’interculturalità ai falsi miti della televisione.
Inoltre, lo scrittore si occupa di letteratura per ragazzi non solo in questo racconto, ma anche in altri come ad esempio Il segreto di Nico o Krapfen al veleno e precipizi, dove stuzzica la mente degli adolescenti per far loro riscoprire il piacere della lettura e la voglia di conoscere nuovi mondi.
Maria Grazia Franzè
(www.bottegascriptamanent.it, anno V, n. 46, giugno 2011)