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Letteratura contemporanea (a cura di Francesco Mattia Arcuri) . Anno V, n. 45, maggio 2011

Zoom immagine Lauria, Napoli, New York
una famiglia nella Storia

di Andrea Vulpitta
Pino Sassano racconta un’intensa saga familiare
nostalgica e divertente ritratta da Infinito edizioni


Accade spesso di giungere «nel mezzo del cammin di nostra vita» e sentire forte l’esigenza di fermarsi, guardare indietro, sistemare insieme memoria, sensazioni, racconti. I più fortunati e i più talentuosi riescono a fermare tutto su carta raccontando la propria storia o, rovistando nel bagaglio di esperienze, scrivendo un libro.  Lo ha fatto con successo Pino Sassano, già direttore d’albergo, oggi docente di Economia aziendale nelle scuole di secondo grado e libraio per passione, che ha dato alle stampe il suo primo romanzo, Alias MM (Infinito edizioni, pp.318, € 16,00).

Nato a Salerno, con nonno napoletano verace, cresciuto a Lauria, in Basilicata, e finito per caso a Cosenza, Sassano ha avuto sicuramente un’adolescenza ricca di esperienze umane come testimoniano la Prefazione del testo affidata ad un esilarante Rocco Papaleo e la Postfazione a cura di Giancarlo Pittella, eurodeputato. Il volume in questione, in meno di un mese dalla sua uscita, è entrato nella Top 100 Mondadori, tra i libri più venduti di tutte le librerie della catena Mondadori. Si tratta di un risultato notevole, considerando anche che l’autore è un esordiente nel mondo dell’editoria.

 

I Mignone, una grande famiglia

Il romanzo è ambientato tra l’Unità d’Italia e la fine degli anni Sessanta e racconta fatti, situazioni, immagini sullo sfondo degli eventi storici, nel lasso di tempo che va dall’unificazione del paese fino al fenomeno dell’emigrazione nel periodo della Grande depressione (1929-1930). In particolare la trama si dipana sulle parole del nipote del capostipite Mario Mignone che, con il nome di Alias MM, a Lauria, costretto a letto, nel sentire prossimo il momento della sua dipartita, narra una vicenda molto complessa con continui salti tra epoche e fatti accaduti. I racconti sono intricati, ricchi di particolari, curati nelle piccole sfumature.

In una recente e molto partecipata presentazione del testo a Cosenza, presso il ridotto del Teatro “Rendano”, l’autore ha spiegato come suo intento sia stato quello di «raccontare un fatto, composto da altri fatti» e, proprio a proposito delle intricate vicende, alcuni interventi hanno sottolineato come il romanzo abbia molto in comune col cinematografico, e col genere di racconto che spesso salta tra epoche diverse. Contraddistingue tutto il lavoro il carattere partenopeo del racconto con momenti esilaranti, situazioni paradossali, dovizia di particolari, che rendono la lettura intrigante e molto suggestiva.

 

La Premiata fabbrica cappelli Savoia e Socio

Tra i tanti accadimenti raccontati nel libro compaiono episodi legati alla nascita e agli sviluppi dell’antica Fabbrica cappelli Savoia e Socio che un tale Teodoro Cottrau aveva fortemente voluto coinvolgendo nell’affare il barone Natale Savoia. La discussione sull’utilizzo o meno del lavoro minorile al suo interno, il tragico allagamento dei locali della fabbrica, il racconto della geniale o folle idea di rappresentare come ornamento dei cappelli scene raffiguranti il presepe napoletano sono uno spaccato storico avvincente, ma mostrano anche la vivacità imprenditoriale, la voglia di fare e di crescere nel periodo successivo all’Unità d’Italia. In questo contesto, anche il tragico episodio dell’incidente al tecnico tedesco con il triste epilogo della morte non sfugge al racconto divertente, ricco di aneddoti e di situazioni paradossali.

 

Il “sogno americano”

Si giunge anche in America, protagonista dell’emigrazione italiana – tema di grande attualità – con i casermoni dove si effettuano i controlli all’entrata per chi arriva sui bastimenti dall’Italia che stridono con la bellezza di Manhattan, e la soubrette Milly che tenta la fortuna in teatro tra intrighi di servizi segreti e i mariuoli che gestiscono la custodia dei bagagli nel porto. E nella nostalgia della propria terra si ritrova anche la poesia nel fumo bianco che esce dai tombini di New York: «Vapori. Tipo la solfatara di Pozzuoli».

Il libro termina con Alias MM che sentendosi «liggiero. Per dirla meglio: etereo» arrivato il momento della sua morte immagina la scena del suo funerale. E anche negli ultimi momenti della sua vita, ricordando l’odore di peperoni in casa, frutto della cena della sera precedente, che si impossessa di lui e lo trasforma in leggero odore di quegli ortaggi, sogna con piacere che i presenti, all’uscita della salma, sul sagrato della chiesa commentino: «Senti ch’addore! Stanno a far conserve!». Richiudendo il libro, alla fine della lettura si immagina l’autore, in giovane età, davanti ad una tavola imbandita di tipicità lucane, in compagnia di più di una generazione di parenti, ascoltare con gli occhi sgranati e assorbire come una spugna, racconti, aneddoti, verità e falsità, tra risate e silenzi che fanno paura e sorridere e che oggi diventano romanzo, frutto di un lavoro certosino e mnemonico dalla lettura avvincente e divertente.

 

Andrea Vulpitta

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno V, n. 45, maggio 2011)

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