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Anno V, n. 44, aprile 2011
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Biografie (a cura di Fulvia Scopelliti) . Anno V, n. 44, aprile 2011

Zoom immagine La storia dell’Olp,
fra feluche italiane
e ambiguità arabe

di Agata Garofalo
Da Prospettiva una lunga cronistoria:
dalla nascita ai primi anni dell’Anp


Una striscia di terra, quella palestinese, contesa tra due popoli da ormai un secolo, è teatro di una terribile guerra di confini e potere, sopravvivenza ed orgoglio. Per gli ebrei è la terra promessa; per gli arabi quella da liberare. Entrambi l’hanno popolata indisturbati per determinati periodi storici e l’hanno dovuta abbandonare a seguito di invasioni, diaspore o perdite di guerra. Si è innescato un meccanismo a catena di rancore e disperazione, alimentato a dismisura dalle guerre mondiali dello scorso secolo, fino allo scoppio di un conflitto che ancora oggi non vede soluzioni pacifiche. Un ruolo fondamentale all’interno di questa guerra e del processo di pace che scorre parallelo ad essa, spetta all’Organizzazione per la liberazione della Palestina. Il saggio Lo status dell’OLP nella diplomazia italiana (Prospettiva editrice, pp. 178, € 12,00) affronta la difficile ed ambigua questione della posizione italiana nei confronti di quest’organismo politico e paramilitare, moderato in alcune sue fazioni ed estremista in altre. Il testo del libro è la tesi di laurea scritta nel 1996 da Paola Gaspardis, romana, coordinatrice di volo e scrittrice di articoli e poesie. Il saggio, di recente pubblicazione, focalizza l’attenzione sulla storia dell’Olp a partire soprattutto dal suo riconoscimento politico a livello internazionale nel ’74 e fino a quando, poco dopo la nascita dell’Anp - Autorità nazionale palestinese nel ‘93, essa entra in crisi e comincia a sfaldarsi, perdendo il suo ruolo istituzionale.

 

La storia della Palestina e la nascita dell’Olp

Dall’antica Giudea fino alla nascita dello Stato d’Israele nel 1948, passando attraverso i secoli dell’Impero Ottomano: la storia della Palestina è lunga e travagliata. Dopo la Prima guerra mondiale fu posta sotto il controllo britannico e poi dell’Onu e, soprattutto dopo la Seconda guerra mondiale, cominciò ad essere meta di un forte esodo di ebrei provenienti da tutta Europa. Nessuno sforzo diplomatico né conflitto sanguinoso è mai riuscito a decidere una pacifica e condivisa assegnazione dei territori tra il popolo arabo e quello ebraico. Nel 1964 i leader arabi diedero vita all’Olp, braccio politico dei vari movimenti di liberazione attivi in Palestina, gruppi armati dediti ad attività terroristiche e di guerriglia contro obiettivi israeliani. Con la leadership di Yasser Arafat, dal ’69, l’Olp diventa un’organizzazione indipendente e nazionalista, e dal ’74 viene riconosciuta dalla Lega Araba come legittima rappresentante del popolo palestinese. Nello stesso anno, l’Italia permette l’apertura di un ufficio Olp nel proprio territorio.

 

I cinque capitoli del saggio: dal generale al particolare

È da questo punto che inizia l’analisi di Gaspardis, che dedica solo una breve sintesi alla storia precedente.

Il primo capitolo inquadra la rete di relazioni internazionali che si crea intorno all’Olp, esaminando le posizioni di Usa, Urss, Onu e Cee. Il secondo capitolo invece si concentra sul processo di pace, fino alla costituzione dell’Anp e l’abbandono delle posizioni più estremiste che porta allo storico accordo di riconoscimento reciproco tra Olp e Israele.

Nel terzo e quarto capitolo si affronta la delicata questione del ruolo dell’Italia nel processo di pace e della sua posizione nei confronti dell’Olp. L’analisi porta alla luce le mosse strategiche e le decisioni diplomatiche dei protagonisti della nostra politica di allora: Andreatta, Andreotti, Berlinguer, Cossiga, Craxi, Scalfaro, Spadolini, ecc. Esaminare la politica estera dell’Italia nell’ambito della questione mediorientale aiuta ad inquadrare il delicato equilibrio internazionale formato da un fitto ed a tratti sommerso reticolato di alleanze: «non è solo la questione della sicurezza ad aver spinto l’Italia ad un impegno concreto nei confronti della questione Mediorientale – scrive l’autrice –, e a cercare l’appoggio degli altri Paesi occidentali, ma anche il problema del terrorismo, dell’approvvigionamento energetico, della valorizzazione delle risorse economiche dell’area, della libertà di navigazione nei mari, etc».

Un intero capitolo, infine, è dedicato al dirottamento della nave italiana Achille Lauro, presa in ostaggio in acque internazionali da esponenti di una fazione estremista dell’Olp. Quest’ultima si dissocerà dall’accaduto offrendo la propria collaborazione per arrivare ad una soluzione incruenta. Nel saggio viene riportata una sintesi dettagliata, datata 17 ottobre 1985, della versione ufficiale del Governo italiano sulla vicenda, per aiutare a comprendere passo dopo passo le tappe di questo drammatico evento, il ruolo determinante dell’Italia e le inevitabili conseguenze sul sistema politico interno.

 

Ostacoli ed obiettivi di un progetto informativo ambizioso

È bene chiarire che il lavoro di ricerca sotteso alla stesura del testo ha richiesto uno sforzo non indifferente, poiché è pressoché impossibile stabilire con chiarezza la posizione dell’Italia nei confronti dell’Olp. Ciononostante, il saggio analizza a fondo la questione dal punto di vista politico, giuridico e diplomatico, attraverso le rare fonti disponibili ottenute con estrema difficoltà, vista la delicatezza dell’argomento.

In un’intervista pubblicata sul sito della casa editrice, così Gaspardis esorta alla lettura del libro: «perché riassume la situazione Mediorientale e la questione palestinese, aiuta a capire cos’è successo dalla nascita dello Stato di Israele alla firma degli accordi di Washington e fornisce una chiave per comprendere l’attualità. Spiega anche come e perché l’Italia ha giocato un ruolo importante nella gestione di questi delicati equilibri interfacciandosi con le organizzazioni comunitarie ed internazionali».

 

Agata Garofalo

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno V, n. 44, aprile 2011)

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