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A. XVIII, n. 206, dic. 2024
Un’indagine
fra mistero
e suspense
di Elena Montemaggi
Da Equilibri editore, un noir
con ambientazioni cupe
dal sapore cinematografico
È una Boston piovosa e grigia a fare da sfondo a questo romanzo noir che vede come protagonista la giovane investigatrice Serena MacKey. L’autrice, laureata in Scienze dell’Educazione, ha esordito nel 2007 col romanzo Ascolta il mio cuore, per poi vincere la sezione Narrativa del Premio “Belmoro 2009” grazie al racconto breve Oddio, è già San Valentino e arrivare finalista col romanzo omonimo al concorso “Tutti i colori delle parole”. Ora con L’Apostolo Claudia Loddo (Equilibri, pp. 224, € 18,00) ci regala un secondo esordio, quello nel filone giallo. Tutto ha inizio laddove tutto finisce. In un freddo pomeriggio di novembre, «in un cimitero vuoto e silenzioso: solo una figura stava dritta in piedi sotto la pioggia a fissare la tomba appena chiusa […] bagnata fino al midollo, ignorando il freddo che la stava attanagliando, si sentiva debole e stanca. Guardava la lapide bianca e il suo nome inciso […] serrò i pugni e chiuse gli occhi» e con voce tremante, pronunciò la sua promessa: avrebbe preso «il bastardo» che aveva ucciso Andrew.
Quattro agenti di polizia e un Apostolo
Chi è la figura che promette giustizia? Non sarà certo svelato il mistero con cui si apre il romanzo, di sicuro la parola “giustizia” è associata principalmente a quattro agenti di polizia che seguiranno le indagini relative agli omicidi seriali dell’Apostolo. Il capitano Gilbert Fao «un uomo sulla quarantina: aveva grandi occhi verdi, mentre i capelli neri erano tagliati a spazzola; tra le labbra pallide teneva stretto mezzo sigaro fumante. Indossava un lungo impermeabile beige, sopra un completo elegante blu scuro», a lui toccherà un’intuizione vincente ma dolorosa. L’agente «Albert Donovan, cinquantacinquenne, ormai troppo vecchio e stanco per continuare a vedere cosa partorisse ogni sera quella schifosa società, indossava il suo completo beige, un sigaro in bocca, il distintivo attaccato alla cintura e la pistola d’ordinanza nella fondina sotto il braccio […] mai si era ritrovato a brancolare nel buio come in quel caso. […] Era arrivato al punto da non poter dormire la notte: per quanto si sforzasse, non riusciva a levarsi dalla mente le immagini di quelle innocenti inchiodate alla parete, e gli ingranaggi del suo cervello lavoravano instancabilmente, urlandogli che la risposta alle sue domande era proprio davanti a lui». E poi gli agenti Foley e MacKay. Stephen Foley così diverso da Andrew, così «freddo, calcolatore, studia un piano d’azione almeno dieci volte prima di metterlo in atto […] presuntuoso e testardo, tanto bravo quanto incapace di ammettere i propri fallimenti e i propri limiti […] troppo orgoglioso per abbassare il capo», per chiedere aiuto a qualcuno … eppure … eppure Serena MacKay avrà modo di ricredersi e di mettere in gioco la propria vita per lui. L’agente MacKay, una donna che «sui trent’anni, invece sembrava ancora un’adolescente. I capelli biondi le ricadevano fino a metà schiena risplendendo sotto i raggi tenui del sole invernali; il suo sguardo era sicuro, quasi di sfida. Doveva tenersi in allenamento, perché il suo fisico era asciutto e tonico al punto giusto» quando la vide per la prima volta, Stephen la fissò incredulo per qualche minuto...
Inquieta Serena, angelo o demone?
Sarà questa la domanda che si porrà il lettore fino alla fine del romanzo: chi è lo spirito che insegue l’agente MacKey? Un’anima dannata in cerca di vendetta, un angelo custode che intende proteggerla anche da se stessa o un parto della sua fantasia?
Ma chi è veramente Serena MacKey? Qual è il segreto che si cela dietro i suoi incubi, le sue paure, e come può una donna ora psicologicamente fragile, annientare i fantasmi del passato per poter indagare con spirito tranquillo e mente lucida sul caso dell’Apostolo? La sua giovane vita è raccolta in fascicoli: le sue azioni fotografate e descritte da un giornalista mercenario; i suoi pensieri più bui e le sue angosce più sconvolgenti annotate e analizzate da una psichiatra. E ancora nomi di uomini che le si affiancano: Alex, Jacob…
L’Apostolo, così si fa chiamare il serial killer che a distanza di anni è tornato a colpire nei quartieri tranquilli di Boston, non uccide a caso e nemmeno per sbaglio. Colpisce donne giovani e single con una tecnica del tutto personale, ma è al rituale finale che si deve questo soprannome dell’assassino: le donne vengono crocifisse alle pareti delle loro camere da letto. Ma le vittime non sono le vere destinatarie della sua rabbia poiché «l’assassino vive due realtà: quella reale, dove uccide la vittima e quella nella sua testa, una fantasia che vive solo lui, dove sta uccidendo un’altra donna, la vera destinataria di quelle torture».
Noir dal sapore americano
Non sono solo i nomi dei personaggi a guardare all’America, ma tutto il romanzo pare scritto da uno sceneggiatore americano. Il corpo di polizia, le procedure investigative, tutto ci porta in una realtà completamente diversa dalla nostra. L’incedere veloce della trama, unitamente alla spiegazione dettagliata degli ambienti e alla minuziosa descrizione fisica e psicologica dei protagonisti, fanno della scrittrice la regista di un film dove la penna si sostituisce all’occhio della macchina da presa, tenendo sapientemente “incollato” fino alla fine il lettore/spettatore. Tutto si svolge in una Boston credibile sia nel tempo che nello spazio. La parte antica della città, la zona portuale, gli ambienti e le strade in cui si muovono i personaggi, solleticano la curiosità del lettore tanto da portarlo, a fine romanzo, ad approfondire la conoscenza di quei luoghi. Una pioggia battente e grigia, tipica di quella zona degli Stati Uniti, accompagna gli umori dei protagonisti, rimandando al lettore le atmosfere cupe e claustrofobiche dell’ossessione criminale che si respira pagina dopo pagina.
Ma un raggio di sole inaspettato farà luce su questo caso e segnerà l’inizio di una nuova vita che comincerà, ancora una volta, laddove tutto finisce.
Elena Montemaggi
(www.bottegascriptament.it, anno V, n. 42, febbraio 2011)