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n. 817 del 22/11/2007.
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Direttore editoriale: Giovanna Russo
Anno V, n. 41, gennaio 2011
Ideologia e società:
uno sguardo teorico
per l’investigazione
di Luna Genzano
Marx ed Engels: due detective sociali
in un romanzo filosofico per Rubbettino
«Credo che li unisse fra l’altro un legame quasi forte quanto la dedizione alla classe operaia: il loro inesauribile senso dell’umorismo» (Eleonor Marx)
La dottrina della lotta di classe e la filosofia storicista alla base del marxismo radicalizzate nella messa in scrittura di due innovativi autori come Dario Piccotti e Alvaro Torchio.
Marx ed Engels: indagini di classe (Rubbettino, pp. 170, € 12,00) è un romanzo in cui le speculazioni filosofiche dei protagonisti, Marx ed Engels, fanno da struttura ideologica ad una storia poliziesca in cui i due pensatori, smessi i panni di studiosi, si improvvisano detective di eccezione in cinque indagini poliziesche collocate fra l’Inghilterra e l’Italia nella seconda metà dell’Ottocento.
Le storie, ben ambientate e descritte, non si discostano molto dalla realtà dell’epoca, in quanto dettagli e personaggi sono direttamente presi da profili storici e situazioni realmente accadute.
Fra battute e umorismo si rievocano i cardini del socialismo scientifico “fondato” dai due studiosi, regalando così, in maniera leggera e mai pedante, gocce fondamentali del pensiero votato alla politica e al sociale di cui sono zeppi i manuali di filosofia.
Dunque non un saggio ma un bel romanzo, scritto bene e piacevole nella lettura, in cui la filosofia è solo il fondamento di un giallo appassionante.
Il materialismo investigativo
Un metodo d’indagine brillante ed efficace poggiato su quel materialismo che è base di ogni teoria marxista. Il materialismo da storico è qui declinato in chiave indagatrice: il materialismo investigativo.
Questo richiamo continuo alle tesi marxiste è ampiamente ribadito dalle note degli autori, a fine testo, che ben evidenziano i carteggi e le opere di Marx ed Engels presenti nei racconti nei riferimenti essenziali agli scritti rinvenibili nella narrazione e in modo particolare nei dialoghi.
E così, fra una pagina e l’altra, tra un delitto commesso e un caso risolto, incappiamo negli scritti più celebri dei due “rivoluzionari” del pensiero ottocentesco; da L’ideologia tedesca al Manifesto del partito comunista, passando per Il Capitale fino a Miseria della filosofia.
Nel testo gli autori hanno così saputo sapientemente mettere in pratica, anzi per iscritto, ciò che è stata forse la più grande intuizione di Marx, quell’unione necessaria fra la prassi e la teoria qui rappresentata dalla grande dottrina filosofica e la pratica discorsiva della narrazione.
La teoria dello storicismo marxista ben si coniuga alla prassi della scrittura.
La copertina riflette appieno il senso del libro, il classico simbolo della falce e del martello proietta l’ombra della lente d’ingrandimento, strumento per antonomasia di ogni detective.
Dialoghi
Nei dialoghi, ancor di più che nella narrazione, è riportato lo spirito ironico e affettuoso che univa i due studiosi, quel vincolo di amicizia che legava i due teorici del comunismo al pari di quella “fede” incrollabile verso il movimento operaio e la necessità di un sovvertimento dei valori.
Un’incessante schermaglia fatta di sarcasmi, finte invettive e battute ironiche che ben evidenzia la loro forte amicizia.
Dialoghi vivaci e coinvolgenti che spezzano la descrizione rendendo più scorrevole e piacevole la lettura.
Racconti
Si passa dal delitto commesso davanti a una folla di persone e “mascherato” da morte per
cause naturali, a quello cosiddetto della “camera chiusa”, in cui il cadavere viene ritrovato in una stanza chiusa a chiave dall'interno.
Ci sono il tentativo di far impazzire una persona o ancora il caso dell'innocente accusato ingiustamente, che non può tuttavia difendersi dalle accuse, perché nemmeno lui è sicuro di ciò che ha fatto.
Sono ripercorsi alcuni dei più classici temi del giallo: avvenimenti con precisi ed evidenti riferimenti storici e geografici.
Narrazione
Uno stile fluido e semplice condito da sana ironia e tanti riferimenti che, al contrario di numerosi altri testi, non divengono pedanti ma anzi arricchiscono il racconto di citazioni e puntuali riferimenti storici.
Una narrazione che “scivola” leggera fra le pagine di un testo che appassiona e diverte, che trascina e coinvolge.
Il lettore “mangia” le pagine con gusto, con il desiderio, pagina dopo pagina, di seguire queste stravaganti storie e ritrovarsi, senza retorica né affanno culturale, fra le tesi più affascinanti della storia politica e filosofica del secolo breve.
Non un semplice racconto ma un gruppo di storie incastrate in un’unica narrazione omogenea che ben si sposa col carattere ironico e giocoso dei personaggi, una modalità stridente rispetto alla “grandezza” delle tesi di cui il libro è comunque portatore ma sicuramente idonea al tipo di storia che si è voluto raccontare.
Radicalizzazione della filosofia più eversiva, rivoluzione narrativa di due penne brillanti che hanno saputo ben mettere in prosa le speculazioni più ardite.
Luna Genzano
(www.bottegascriptamanent.it, anno V, n 41, gennaio 2011)
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